
Per la prima volta, dopo venticinque anni di attività di immagina, ci troviamo nella situazione di richiedere il 5×1000. Potremmo farla finita lì e come tanti naufragare nel mare di tutte le associazioni che si aggrappano a qualunque fonte di finanziamento per raggranellare le briciole, accodarci alla comunicazione mainstream che sterilizza ogni possibile messaggio forte sulle intenzioni di ciò che si vuol fare e giungere allo scopo di ottenere quel che si può.
Noi non lo faremo.
E senza indugio vi diciamo perché chiediamo il 5×1000 e come impiegheremo questi proventi provenienti dalle dichiarazioni dei redditi.
Più volte detto, ribadiamo che tutti gli esseri umani a prescindere dalle opinioni, dal sesso, dall’appartenenza etnica, politica, religiosa, dalla loro condizione sociale ed economica, debbano avere eguale accesso alla cultura sia come attori, sia come fruitori. La nostre parole d’ordine di questi venticinque anni sono PARTECIPAZIONE e CONDIVISIONE. Ripudiamo qualunque forma di lobby culturale che garantisca ai pochi di fare e alla maggioranza di soccombere nonostante la qualità del lavoro proposto e/o realizzato.
Dietro il nostro invito “ Firma… per una causa persa” c’è una volontà di lottare affinché la causa persa raggiunga i propri obiettivi.
Per essere efficienti e sostenere le nostre attività svolte da soci volontari, abbiamo bisogno di una segreteria organizzativa che è il centro nevralgico dell’attuazione dei nostri progetti ed è sulla segreteria che concentreremo i proventi del 5×1000.