Quando affrontiamo delle imprese che per noi in questi anni sono stati Laboratori, Festival, Produzioni cinematografiche, Programmi radio e quant’altro, siamo sempre tentati da subito a sgombrare il campo a chi ci segue e partecipa alle nostre iniziative per far sì che non ci si confonda con altri. Lo diciamo subito per onestà intellettuale e ciò che può esser confuso deve esser chiarito. Siamo lontani da quel popolo di supponenti creativi che vagano alla ricerca della propria autocelebrazione, non ce ne voglia nessuno e non si pensi che con i nostri “giochi di cinema” siamo “contro” qualcuno, ma assolutamente altro sì. Siamo indipendenti, partigiani, schierati e portatori di una cultura democratica e antifascista. Nel nostro cammino ci appoggiamo su delle pietre o meglio dei parallelepipedi perfetti, “Sentinelle” dell’universo creativo. E già di per sé “Sentinella” è una citazione perché ci rimanda a Kubrick e al suo imprescindibile, per noi, “2001 Odissea nello spazio”. Come i gamberi facciamo un viaggio a ritroso negli ultimi tempi e, per ogni sentinella qui disposta sulla nostra linea del tempo, riconosciamo tappe del nostro percorso creativo e un segno distintivo che è ora più chiaro che mai: è il gioco che ci affascina e, oggi, possiamo dirci giocatori.
2023
Nella gran parte dei casi, quando qualcuno fissa l’obiettivo ed è consapevole della tua presenza, la foto non funziona. Qualche volta invece sì. La cosa bella della fotografia è che ci sono tutte queste regole che in genere sono più che giuste che però, in alcuni casi, possono essere infrante e la fotografia funziona e tu non sai perché, o viceversa. e ringrazi dio, altrimenti che gusto ci sarebbe a fare il fotografo?
Martin Parr
2022
Lavoriamo al buio – facciamo quello che possiamo – diamo quello che abbiamo. Il nostro dubbio è la nostra passione, e la nostra passione è il nostro compito. Il resto è la follia dell’arte.
(Henry James)
2021
Assonanza
La vita: quel vecchio film.
E questa strana sensazione
d’ esserti perso
qualcosa di importante
della trama.
(Alfonso Brezmes)
2020
“Frequentare i cineclub e la cinématèque era già pensare cinema e pensare al cinema. Scrivere era già fare del cinema, perché scrivere tra e girare c’è una differenza quantitativa e non qualitativa”
(Jean Luc Godard)
2019
“Ho imparato molto di più vedendo film che leggendo pesanti tomi sull’estetica del cinema. La migliore educazione a fare film è farne uno.“
(Stanley Kubrick)
2018
“(…)In Patagonia – sostiene – fare dietro front e tornare indietro porti sfortuna, perciò ligi alle usanze del luogo andammo avanti, perché il destino è sempre avanti, e alle nostre spalle avere solo la chitarra e i ricordi.”
(Ultime notizie dal sud, Luis Sepulveda)
2017
“Di sicuro, ci sarà sempre chi guarderà solo la tecnica e si chiederà “come”, mentre altri di natura più curiosa si chiederanno “perché”.”
(Man Ray)
2016
“Il vecchio proverbio che recita < se vuoi una cosa fatta bene, falla da solo> dice la verità, ma a Abbots Mead diventò < se vuoi una cosa fatta, falla >
(Emilio Alessandrini)
2015
“Sono contento che la macchina che visualizza i sogni di Fino alla fine del mondo non sia mai stata inventata. Sono contento di poter ancora sognare le storie che non ho mai realizzato. E sogno sempre cose che non sono mai state fatte. L’ultimo film che è sempre una linea che traccia tra il passato e il futuro.
(Wim Wenders a Berlino, 02/10/2015)
2014
“Il fallimento ha sempre avuto un effetto positivo su di me, è stato il mio migliore maestro: mi ha costretto a fermarmi ea considerare il mio comportamento autodistruttivo. Mi ha dato la capacità di iniziare da capo con tutta la vitalità e l’entusiasmo che comporta un nuovo inizio. Accettando il fallimento sono liberato dalla lotta per superare il senso interiore di fallimento. Accettare il fallimento non è sintomo di rassegnazione, ma di accettazione di sé. Accettare il fallimento libera l’energia legata alla lotta per il successo e l’auto, rendendo così possibile la crescita.
(Alexander Lowen, psicoterapeuta statunitense, fondatore dell’analisi bioenergetica)
2013
“È così difficile trovare l’inizio. O meglio: è difficile cominciare dall’inizio. E non tentare di andate più indietro.”
(L. Wittgenstein)
2012
“L’inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n’è uno è quello che è già qui, l’inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e che cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno e farlo durare e dargli spazio.”
(Italo Calvino, “Le città invisibili”, Einaudi, Torino, 1972)
2011
“La musica per film dovrebbe lampeggiare e scintillare. Dovrebbe scorrere quasi così rapidamente, da accompagnare l’ascolto fugace trascinato via dall’immagine, senza rimanere indietro con sé stessa. I colori musicali si lasciano percepire più rapidamente e con minor sforzo che non le armonie, purché non obbediscano allo schema tonale e, in quanto specifiche, non in senso proprio register. Ed è nel contemporaneo lampeggiare e questo cangiare che si riconcilia più rapidamente con la tecnicizzazione. Nella sua attitudine a sparire subito, la musica riprende tuttavia l’esigenza in cui consiste il suo inevitabile peccato cardinale nel cinema: l’esigenza di esserci.
(Theodor W. Adorno, Hanns Eisler, La musica per film)
2010
“Cos’è la politica? Uscire dai problemi, tutti insieme, ma con una particolarità: prima gli ultimi.
(Don Milani)
2009
“Non penso mai a me stesso come regista, penso di essere uno dei peggiori registi esistenti. Io non conto, non faccio nulla. Sono responsabile del film nella misura in cui ne sono responsabili tutti gli altri. Per me i film hanno poca importanza. È la gente che è più importante.”
(John Cassavetes)
“I giardinieri sono uomini creativi, gloriosi, mediatori tra la volontà del cielo e quella della terra.”
(da “L’anno del giardiniere” di Karel Capek)
“Fai poco” dice “se vuoi essere sempre sereno”. Non sarà meglio fare il necessario e quanto prescrive la ragione di un essere sociale per natura, e nel modo in cui lo prescrive? Questo, infatti, porta non solo la serenità che viene dall’agire secondo virtu’, ma anche quella che deriva dall’agire poco. Perché se uno elimina la maggior parte delle nostre parole e azioni, in quanto non necessarie, avrà più tempo libero e una quiete più sicura. Per cui, in ogni singola circostanza, bisogna ricordare a sé stessi: “Ma questo non sarà qualcosa di non necessario?”. E non si devono eliminare soltanto le azioni non necessarie, ma anche le rappresentazioni non necessarie: perché così non ne seguiranno nemmeno azioni superflue. (Marco Aurelio, A se stesso, Pensieri, Libro IV, 24)
“Avevo dato qualcosa invece di prenderla.”
(da “La confraternita dell’uva” di John Fante)
2008
“Poiché è difficile distinguere i profeti veri dai falsi, è bene avere in sospetto tutti i profeti; è meglio rinunciare alle verità rivelate, anche se ci esaltano per la loro semplicità e il loro splendore… E’ meglio accontentarsi di altre verità più modeste e meno entusiasmanti, quelle che si conquistano faticosamente, a poco a poco e senza scorciatoie, con lo studio , la discussione e il ragionamento, e che possono essere verificate e dimostrate”.
(Primo Levi, ‘I sommersi ei salvati’)
2007
“Non solo nel mondo degli affari, ma anche in quello delle idee, il nostro tempo sta attuando un’autentica liquidazione. Tutto si ottiene a un prezzo così vile che vien da chiedersi se alla fine ci sarà ancora qualcuno disposto a offrire (…)”
(Soren Kierkegaard)
2006
“C’è nostalgia per qualcosa che sta scomparendo, fra personaggi che fanno ciò in cui credono e, per questo, sono considerati perdenti”.
(Robert Altman, Berlino 12 febbraio 2006)
2005
“Gesù! Mi sono appena ricordato qual era il gioco preferito di Lisa: dopo un’abbondante nevicata, andavamo in un cortile con alcuni nostri amici. La distesa di neve era bianca e intatta. Bertha era il perno. Tu la tenevi per le mani mentre lei piroettava sui tacchi, le giravi intorno finché non ti sollevavano i piedi da terra. Allora ti lasciava andare e tu volavi nella neve. Restavi immobile nella posizione in cui eri atterrato. Quando tutti erano stati lasciati in questo modo nella neve fresca, cominciava la parte più bella del gioco. Ti alzavi cautamente, facendo bene attenzione a non rovinare l’impronta che avevi fatto. Poi, i confronti. Naturalmente facevamo del nostro meglio per atterrare in una posizione bizzarra, con le braccia e le gambe allargate. Poi andavamo via, lasciando un bellissimo campo bianco di sagome simili a fiori, con steli di impronte di piedi”.
(Leonard Cohen, ‘Il gioco preferito’)
2004
“La vita è vuota se non la riempi con un impegno esaltante e rischioso. L’impegno, è naturale, non può che essere uno: il lavoro. L’altro lavoro, quello invisibile, è il lavoro dell’anima, dello spirito, del talento, le cui creazioni trasformano il mondo rendendolo più ricco, più giusto e più umano. Leggevo molto. Ma, anche riguardo alla lettura, sai com’è… riesci ad avere davvero qualcosa dai libri solo se sei capace di mettere qualcosa di tuo in ciò che stai leggendo. Voglio dire, solo se ti accosti alla lettura come a un duello, con lo stato d’animo di chi è disposto a ferire e a essere ferito, a polemizzare, a convincere e a essere convinto, e poi, dopo aver fatto tesoro di quanto hai imparato, lo impiegherai per costruire qualcosa nella vita o nel lavoro”. (Sandor Marai, ‘La donna giusta’);
“La cosa più terrificante dell’universo non è la sua ostilità, ma la sua indifferenza; se riusciamo a venire a patti con quell’indifferenza e ad accettare le sfide della vita entro i limiti mortali – per quanto sia in grado di fare l’uomo volubile – la nostra esistenza in quanto specie può avere un senso e un compimento reali. Per esteso che sia il buio, dobbiamo fornire noi le nostre luci”.
(Stanley Kubrick)
2003
“Bisogna vedere e sentire quello a cui si pensa. Bisogna vederlo e afferrarlo. Bisogna fissarlo nella memoria e nei sensi. E bisogna farlo subito. Quando si è in uno stato d’animo adatto al lavoro, la fantasia, attivissima, formicola di immagini. Inseguirle e afferrarle è pressappoco come inseguire un branco di aringhe”. (S. Eisenstein);
“Quelli che non sanno fare, insegnano, e quelli che non sanno insegnare, insegnano ginnastica”.
(da ‘Scuola del Rock’);
“Le spade non si stancano mai”.
(da ‘Kill Bill-Volume 1’)
2002
“Tutti, immagino, desideriamo andare nell’impossibile per convincerci che i miracoli possono davvero accadere”.
(Paul Auster)
2001
“Chiunque porti a termine un film, è un buon regista”.
(Robert Altman)
2000
“Il cinema è curiosità, umiltà e immaginazione”.
(Nicolas Ray)
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